VIESTE - Ora non ci sono più dubbi. Anche se il medico legale ha ricevuto solo due giorni fa l'incarico di verificare il Dna dello scheletro di Michele Mafrolla, i parenti hanno superato ogni incertezza.
Domenica mattina e anche domenica pomeriggio si sono recati nel canalone di Valle Palombara, dove sono stati ritrovati i resti del figlio sequestrato il 24 luglio.
A poca distanza dal luogo dove è stata ritrovata la salma sono stati trovati gli effetti personali della vittima.
Innanzitutto il suo borsello, con dentro i documenti rovinati dal tempo passato in mezzo al terriccio e ai cespugli.
Patente, tessera sanitaria e carta d'identità erano ancora al loro posto.
Nessuna collanina, come pareva erroneamente in un primo momento per un difetto di comunicazione.
Sotto un cespuglio è stata trovata anche una scarpa del paio che preferica Michele e che portava più spesso: ce le aveva addosso anche la sera in cui è uscito di casa l'ultima volta.
Ora tutto il materiale è a disposizione dei carabinieri che continuano le indagini a partire dai reperti che i Mafrolla hanno consegnato assieme ad altri oggetti abbandonati a poca distanza con altri effetti personali e oggetti di dubbia provenienza.
Un esempio per tutti. A pochi metri dal ciglio della strada, nella ripidissima scarapata che precipita verso il fondo e dove negli anni è stato scaricato di tutto, c'era il guscio di un telefonino dello stesso modello e marca di quello che usava Michele.
Ma era veramente il suo?
In ogni caso il ritrovamento dei documenti, subito fotografati dai famigliari prima di consegnarli agli agli inquirenti e che qui riportiamo, toglie ogni dubbio.
Resta il punto fermo dell'incarico al medico legale per l'esame del Dna, ma gli indizi ormai sono schiaccianti e portano a concludere che i resti siano veramente di Michele.
Di seguito alcune immagini con tutto quanto trovato dai genitori di Michele. Tutti gli oggetti sono stati trovati a poche decine di metri dal luogo del ritrovamento della salma di Michele Mafrolla.
14 novembre 2011