VIESTE - Oggi tutti parlano di disfatta annunciata. Ma anche a Vieste il vento dell'antipolitica ha avuto una forza doppia rispetto al resto dell'Italia. Così, se a livello nazionale si è toccato il 17% degli elettori che sono andati regolarmente a votare, nel nostro paese non si è arrivati alla metà.
Praticamente neanche un viestano su dieci ha ritenuto opportuno lasciare spiagge o mare, famiglia o campagnia per andare in uno dei 14 seggi allestiti per le votazioni.
Hanno messo la scheda nell'urna solo l'8,96 degli aventi diritto. Ci sono state percentuali da prefisso telefonico nei seggi 14 e 11 dove non si è raggiunto il 7%, mentre i più virtuosi sono stati gli elettori dei seggi 5 e 9 che hanno superato di poco il 10%.
Il che equivale a dire che su 10.783 elettori ed elettrici 996 hanno esercitato il proprio diritto di scelta.
Parlando di numeri questo significa che si è andati da 51 a 70 elettori per ogni seggio, con gli scrutatori e i presidenti accanitamente impegnati nel trovare il modo per arrivare a sera, quando alle 22 sono state chiuse le operazioni di voto. E anche le operazioni di conteggio delle schede, semplicissime nel dividere in due mucchi tra "Sì" e "No" i fogli, sono state semplici. Nieste discussioni come invece accade nelle preferenze.
Troppo presto per tirare conclusioni. Però anche a Vieste, come del resto d'Italia, i cittadini hanno mandato un segnale chiaro a formazioni politiche che sono poco più che club elettorali, pronti a chiamare al voto gli italiani solo sull'impunità ai laadroni della pubblica amministrazione o ai delinquenti che si impadroniscono dei beni altrui senza pagare conseguenze.
Altro che legge Severino. Gli amministratori della cosa pubblica che vengono condannati non devono più gestire la cosa pubblica. Almeno questo è chiaro a lorsignori?
13 giugno 2022