15/01/2025| 1793 articoli presenti
 

Europei di calcio, viestani a Londra
Francesca e il tifo per gli Azzurri
"Non vendevano le maglie dell'Italia"

Europei di calcio, viestani a Londra
Francesca e il tifo per gli Azzurri

  VIESTE – La sera della finale Vieste è esplosa di felicità per la vittoria degli Azzurri. Allegria raddoppiata dai musi lunghi degli inglesi, giocatori più tifosi più casa reale, che non hanno fatto neanche finta di essere educati.

   E i viestani invece che si trovavano a Londra in quelle ore, come hanno vissuto la vittoria dell'Italia?

   “Non mi sarei mai aspettata una reazione del genere ma si capiva da giorni che gli inglesi non avevano neppure messo in conto di perdere torneo e coppa” risponde sicura Francesca Petronca, originaria di Cagnano Varano ma viestana d'adozione, per aver frequentato l'istituto alberghiero dal 1999 al 2004 e per essere rimasta a Vieste a lavorare per alcuni anni, compreso un triennio glorioso al Capriccio.

  Da una decina d'anni si è trasferita a Londra dove vive e lavora in un prestigioso ristorante. Si è ambientata, la vita della metropoli non le pesa e a Londra ha pure parenti e forti radici famigliari. Ma quello che ha visto nei giorni scorsi ha scosso molte certezze sugli inglesi e la loro presunta sportività. Che, nei fatti, si è sbriciolata in diretta con una figuraccia in mondovisione.

  Avete presente quando si sono tutti tolti la medaglia dei secondi classificati?

   “In effetti – continua Francesca – tutti gli inglesi senza eccezione erano convinti di avere già il titolo in tasca dopo aver piegato in semifinale la Danimarca.  Lo sapete che in tutta Londra non si trovavano in vendita magliette degli Azzurri? Ho trovato solo un ambulante con la sua bancarella che ne aveva avute e che mi consolava dicendo che non mi sarebbe servita a niente, perchè noi italiani non avevamo chances. Zero insomma. Così ho cercato su Amazon e anche loro dovevano essere a corto di forniture, ci avevano già dati per spacciati. Morale: ho ordinato la mia maglietta azzurra ma mi è arrivata poche ore prima della partita. E gli inglesi? Semplice, si congratulavano tra loro tra un brindisi e l'altro. Per loro era solo una formalità quella di farci fuori e il gol al secondo minuto ha cementato le loro sicurezze”.

    Ma questo non è tutto. Francesca ormai conosce Londra come le sue tasche e quindi, per vedere in diretta la partita, ha affittato assieme ad amici e parenti una saletta in un albergo, anche per non creare problemi a un bambino piccolo, figlio di una coppia che era con loro. Con lui in braccio, in mezzo agli hooligans entrati magari senza biglietto, non era proprio il caso di entrare dai cancelli di Wembley. E il papà, Antonio Sanzone, pure lui diplomato all'Alberghiero di Vieste nel 2005, ha accettato volentieri la festa in formato famiglia.

   “In metropolitana – aggiunge Petronca – quando mi stavo dirigendo verso il luogo dell'appuntamento prima della partita vedevo solo sguardi ostili. E lo stesso mi hanno confermato anche i miei cugini, che pure sono nati a Londra e vivono lì da sempre. Insomma, facciamola breve: quando hanno finito i rigori abbiamo fatto una festa enorme, tra di noi, certo. Come a Vieste”

16 luglio 2021