VIESTE - “Per quest'estate potenzieremo il Punto di Primo Intervento e la sanità viestana con la Guardia Medica Turistica. A partire dal 15 giugno sarà potenziato l'organica di medici e infermieri in modo da rispondere alle accresciute esigenze dell'estate in modo da rendere funzionale sia il percorso di chi deve fare le vaccinazioni per il Covid”.
Questa la solenne promessa di vertici sanitari della Usl provinciale che si sono dimostrate carta straccia. Sinora almeno.
Dopo un mese dalla data promessa per l'arrivo di nuovi medici a Vieste nulla è cambiato rispetto all'organico invernale.
Per l'esattezza sono passati 28 giorni e
di fatto se c'è qualcuno in piena notte che ha bisogno per un
ascesso o una peritonite deve sempre fare i conti con un infermiere e
un medico che, se stanno trattando un altro paziente, devono
alternarsi nella medicazione anche solo per rispondere al campanello.
E chi va di notte di solito non ha molto tempo per aspettare. Si attacca al campanello perchè pensa, magari anche giustamente, che il suo dolore ha la precedenza su tutti gli altri.
Così il Pip (Punto di Primo Intervento) che è la prima linea della risposta sanitaria a livello locale finisce per diventare un problema per tutti: utenti non gravi, pazienti in crisi e pure per i sanitari.
E dire che un paese che millanta 2
milioni di presenze turistiche in anni come questo, dove si sta
viaggiando verso il tutto esaurito tra luglio e agosto, deve fare i
conti con una struttura sanitaria ai minimi termini.
E che per giunta ha l'ambulatorio per la Guardia Medica Turistica in uno spazio separato dal Pip, a tutto svantaggio dei turisti che in piena notte devono cercare la porta giusta in cui bussare.
Che si aspetta a rispettare gli impegni già presi e mai mantenuti? Le urgenze sanitarie non vanno in vacanza. Neppure nella patria della vacanze del Gargano.
Vieste 10 luglio 2021