Per l'opera di rimozione e smaltimento dell'amianto i lavori sono stati affidati alla IN.DI.COS di Foggia.
"La Regione Puglia - sostiene Biscotti - e l' ARIF si sono adoperati dal primo momento riuscendo ad ottenere in tempi accettabili la bonifica del sito. In ogni caso, se avessimo sequestrato il sito per un reato ambientale con denuncia contro ignoti , il materiale oggi sarebbe ancora nello stesso identico posto".
E il Comune di Vieste? Ha brillato per la sua "intepestività operativa", se così si può dire, anche se è stato informato tempestivamente e pubblicamente, come tutti i cittadini di quanto era successo. Ma, si sa, la questione rifiuti è solo un modo per rincarare senza fine la tassa che devono pagare i cittadini. Quanto a effettuare e organizzare un servizio efficiente, ai piani alti di corso Fazzini non ci pensano neanche lontanamente.
La riprova? Sta nel comportamento su questo deposito clandestino di amianto nel cuore di Umbra, territorio viestano.
Il dirigente del settore ha inviato alla Regione Puglia, proprietaria del sito per competenza giuridica sulle foreste, una bonaria diffida invitando alla rimozione. Uno simpatico scaricabarile.
Se invece il sindaco avesse emesso una tempestiva ordinanza, i tempi per giungere ad una bonifica dell'area sarebbero stati molto più brevi. Per mesi quei rottami di Eternit sgretolato, e le fibre di amianto, non sarebbero volate lì attorno.
8 giugno 2015





