VIESTE - Oggi niente doppiette in azione nei boschi del Gargano e della Puglia. Lo ha deciso il Tar regionale che ha accolto il ricorso del Wwf regionale che, subito dopo la pubblicazione dei calendari venatori il 20 giugno scorso, ha cominciato a mettere in fila tutte le deroghe e le concessioni fatte ai cacciatori. Poi è arrivata anche la voce autorevolissima dell'Ispra che ha azzerato i dubbi ed è partito il ricorso d'urgenza in via amministrativa.
I magistrati a Bari sono stati chiarissimi nelle motivazioni con cui hanno accolto il ricorso. "Il discostamento dalle direttive Ispra 2012 è immotivato - hanno scritto i giudici. Quelle prescrizioni erano dettate da esigenze precauzionali di salvaguardia della fauna selvatica in considerazioni delle particolari condizioni climatiche". Di qui la scelta dello stop urgente: "Vista la gravità e urgenza della situazione - continua il Tar - non è possibile rinviare la decisione fino alla camera di consiglio utile".
Così la Puglia è una delle sole tre regioni italiane, assieme a Campania è Sicilia, dove è stato possibile rispettare le direttive Ue, grazie all'azione di alcuni gruppi ambientalisti e alla sollecitudine dei giudici.
E la giunta Vendola? Ha fatto buon viso a cattivo gioco ed è corsa ai ripari. "La Regione Puglia - commenta l'avvocato Antonio De Feo, uno degli estensori del ricorso - sta preparando un provvedimento specifico che avrebbe potuto emanare già nei giorni scorsi".
"Da dieci anni le Regioni - incalza Leonardo Lorusso, presidente del Wwf Puglia - sono complici dei cacciatori e concedono le preaperture in deroga. Per questo l'Unione Europea ha aperto la procedura d'infrazione anche contro la Puglia".
Quindi a essere salve per prime sono quaglie e tortore, per cui era stata concessa la caccia anticipata,
Ma non è tutto. L'Ispra, che tra l'altro è un organismo ufficiale del Ministero dell'Ambiente e della Tutela del Mare, ha tra l'altro ricordato che per l'ennesima volta le Regioni se ne infischiano delle norme europee che vincolano gli Stati membri a una caccia che parta non prima di metà settembre. E le nostre Regioni, sotto la pressione della lobby dei cacciatori, continuano bellamente a inventarsi le preaperture perchè alla fine il conto lo pagherà lo Stato italiano, cioè le tasche di tutti i contrbuenti, visto che è stata già aperta la procedura d'infrazione contro l'Italia.
Chi volesse maggiori informazioni e leggere integralmente il testo del documento dell'Ispra sulle ragioni che sconsigliano fortemente l'apertura della caccia nelle prime due settimane di settembre può consultare il sito www.isprambiente.gov.it.
Chi avvista in azione i cacciatori oggi e il 12 settembre può chiamare il numero verde del Corpo Forestale dello Stato, il 1515.
Scriveteci e mandateci fotografie delle vostre segnalazioni per la pubblicazione sulla Voce di Vieste. Se vorrete essere ricontattati indicate nella lettera i vostri recapiti.
9 settembre 2012