VIESTE - Erano andati sul luogo del ritrovamento dello scheletro di Michele e hanno trovato altri oggetti appartenuti al figlio, a pochissima distanza dal luogo dove era stato sepolto e nascosto alla vista di tutti.
Sinora hanno recuperato alcuni effetti personali e una scarpa che con certezza aveva ai piedi la sera in cui è uscito.
Per i genitori di Michele Mafrolla, il giovane sequestrato e ucciso il 24 luglio scorso, la sorpresa è stata grande.
Nonostante il lavoro dei Vigili del Fuoco, che si sono calati per 25 metri nel Vallone Palombaro, e dei carabinieri che sono stati sul luogo del ritrovamento una settimana fa, è bastata una visita dei famigliari per ritrovare altri oggetti del ragazzo che non erano stati visti.
Eppure sul luogo si erano recati, tra specialisti e forze dell'ordine, una trentina di persone.
E' pur vero che in quel luogo, una discarica abusiva a cielo aperto, ci sono oggetti sparsi buttati alla rinfusa: divani sfondati, carcasse di oggetti d'arredamento, cuscini sfondati e tanto altro ancora.
Ma i genitori e i famigliari di Michele Mafrolla non sono certo dei detective: a dispetto del fatto di non essere persone preparate nell'indagare sui casi di omicidio e sequestro, si sono attivati volenterosamente e i risultati non sono mancati.
Ora gli oggetti sono stati portati dai carabinieri per opportuna competenze, visto che le indagini ufficiali sono ancora in corso.
"Abbiamo fatto quello che abbiamo potuto - spiega con modestia il padre Giovanni Mafrolla - Con un poco di buona volontà si fanno tante cose. Noi, visto che è il mese dei morti, eravamo tornati sul luogo dove hanno sepolto Michele per portare un mazzo di fiori. La nostra speranza è che si metta ora una mano sul cuore chi lo ha ucciso e confessi ciò che è accaduto. Noi siamo sempre in attesa di un gesto misericordioso".
14 novembre 2011