VIESTE â?? Ancora altri incendi e questa volta a essere presi di mira sono stati pascoli, una volta boschi, dove una bassa macchia cresceva rigogliosa in località Salerno.
Già câ??erano i primi timidi segnali di una ricrescita del bosco ma le fiamme di domenica pomeriggio, quando tutta lâ??Italia è stata devastata da 35 roghi di grandi proporzioni, hanno mandato in fumo altri Ettari.
In totale, secondo i primi rilievi del Corpo Forestale dello Stato di Vieste, sono finiti in fumo una ventina di ettari visto che anche dalle parti del Mandrione era ripartito un altro rogo.
I bagnanti della domenica hanno così avuto un fuori programma inaspettato, vedendo i piccoli Canadair della Protezione Civile scendere a volo radente davanti alle spiagge di Portonuovo e della Scialara per fare il pieno di acqua dal mare.
Dalle 15 alle 20 i mezzi aerei sono stati impegnati senza soste e così pure gli uomini a terra che, con lâ??ausilio dei volontari della Protezione Civile, hanno provato a circoscrivere i danni.
Unâ??operazione quasi impossibile viste le raffiche di vento che hanno superato i
Intanto vanno avanti le indagini. I cittadini hanno potuto vedere già da sabato mattina, l'intensificazione dei controlli sulle strade di accesso a Vieste da parte della Polizia e dei Carabinieri.
Le pattuglie in divisa mandate da Manfredonia e Foggia erano attive sin dalle prime ore di sabato e gli uomini erano dotati anche di giubbotti antiproiettile.
Ma più importante di tutto il resto è stato il servizio discreto degli agenti in borghese che hanno ricontrollato luoghi e nascondigli e le zone dove sono state appiccate le fiamme.
La distruzione dei capannoni Cirio e il giro dei terroristi del fuoco, che dalle strade hanno appiccato in pochi minuti, nella mattinata di venerdì, diversi focolai per disperdere i soccorritori, non è stato sottovalutato.
Mezzane, Mandrione, Carabella, Calma e Resega: queste sono le contrade che sono state bombardate dalle fiamme e che non hanno risparmiato le case.
C'è un legame tra i vari incendi che hanno flagellato Vieste in soli sei giorni, nel mezzo della stagione turistica, è il processo Medioevo a Foggia, dove sono alla sbarra i clan viestani della mafia garganica?
Gli inquirenti tacciono. Per loro è una banalità affermare che i malavitosi cercano ogni mezzo per far vedere alle loro vittime, a chi paga il racket, che sono ancora in grado di fare danni. E che sono impuniti.
Ma da qui a dire che c'è un rapporto diretto, un nesso causale come direbbero gli avvocati, ce ne corre.
E' scontato che chi è vissuto per anni minacciando e praticando estorsioni ora si senta scottare la terra sotto i piedi.
Ora tocca agli inquirenti mettere insieme i pezzi per cercare d'incastrare i mandanti, prima degli esecutori, di chi distrugge il pane dei viestani, cancellando quello che resta del patrimonio naturale.
16 luglio 2012